La qualità del sonno è uno di quei temi trasversali che riguarda tutti quanti... o quasi. E' vero infatti che nella vita di una persona si arriva generalmente fino ad oltre i 20 anni senza che ci sia percezione di sostanziali modifiche nella qualità del proprio sonno. Con l'arrivo di sfide psicofisiche importanti come il lavoro, lo studio, gli esami universitari solitamente si iniziano a soffrire le conseguenze di un cattivo sonno notturno, magari come ripercussione di una vita diurna stressante. Un altro impatto importante in questi termini è l'arrivo di un figlio: l'adattamento al ciclo notte buio del piccolo obbliga spesso ad uno stravolgimento dello stesso da parte dei genitori, che non a caso definiscono spesso come questi mesi come "i più faticosi della mia vita".
Perché si dorme?
Iniziamo con una domanda difficile. Non è ancora stato del tutto chiarito questo interrogativo, tuttavia sembra che uno dei motivi principali per cui si dorme sia la necessità del cervello di riordinare le nozioni apprese durante il giorno, in modo da renderle più utili e al servizio della propria vita, frutto di un continuo succedersi di apprendimento e sperimentazione. Un altro motivo può essere l'economica calorica, ovvero la necessità di inserire nella vita quotidiana un momento di pausa in cui il consumo di energie sia ridotto. Non a caso, tutti i mammiferi dormono, in maniera dipendente dalla posizione nella catena alimentare (le prede fanno piccoli sonnellini, i predatori dormono per molto tempo nell'arco del giorno).
La fisiologia del sonno
Dal punto di vista del funzionamento del nostro corpo, il sonno è frutto di due meccanismi: il ciclo luce/buio e il ritmo circadiano. Il primo è dato dal succedersi delle notti e dei giorni e il secondo è una ritmicità intrinseca che hanno tutte le cellule del nostro corpo, su impulso dell'orologio circadiano che è situato nel nostro ipotalamo. Un impatto su questi due meccanismi causa uno stravolgimento del sonno, come ad esempio il lavoro notturno, che si è mostrato correlato ad un aumento della mortalità.
Come dormire bene?
Iniziamo col dire che non esiste una quantità di sonno che sia giusta per tutti. Per alcuni vanno bene 4 ore per tutta la vita, per altri dormire meno di 8 ore significa trascorrere una giornata difficile. Se si eccettua per i rimedi medicinali (sia di sintesi che fitoterapici), il primo ostacolo da rimuovere sono le patologie che non permettono di dormire: dolore (articolare, soprattutto), incontinenza (che obbliga ad alzarsi), aritmie/fibrillazioni (che risvegliano nel cuore della notte), gastrite sono problemi spesso correlati ad una cattiva qualità del sonno.
Da non dimenticare sono i fattori psicologici: stress mentale, pensieri, preoccupazioni, lutti sono aspetti chiave della nostra vita diurna che impattano anche su quella notturna. Non a caso le tecniche di rilassamento, lo yoga, la mindfullness e non ultima la terapia cognitivo comportamentale hanno dimostrato di essere molto utili per ripristinare il proprio equilibrio, diurno e notturno.
Bibliografia:
Atlas of Clinical Sleep Medicine, 2nd Edition - 2013
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